FINE VITA PALE EOLICHE: IL COMPLESSO SMALTIMENTO

Quello della transizione ecologica è un tema di prioritaria importanza nel nostro Paese. I cambiamenti climatici ci impongono di modificare alcuni paradigmi della nostra società: consumare meno, riciclare, riutilizzare e raggiungere una completa decarbonizzazione delle fonti energetiche.

È necessario correre ma è fondamentale altresì stare molto attenti a dove mettiamo i piedi durante questo percorso, perchè i ritardi accumulati e l’urgenza di rispettare gli impegni che come Paese abbiamo contratto, potrebbero farci compiere errori imperdonabili.

A questo riguardo una delle storture della green economy è il complesso smaltimento delle pale delle turbine eoliche. Secondo una recente ricerca, infatti, entro il 2050 ci saranno ben 43 milioni di tonnellate di vecchie pale da smaltire a livello globale, uno dei componenti eolici attualmente più difficili da riciclare data la realizzazione in materiale composito. La maggior parte di questi scarti si troverà ovviamente in Cina con il 40% del totale, seguita da Europa, 25% e Stati Uniti 16%.

Le pale di una turbina eolica possono essere più lunghe di un'ala di un Boeing 747 e non potendo essere riciclate si accumulano nelle discariche. Negli USA, come riportato da Bloomberg Green, l’ultima dimora di 870 lame i cui giorni di produzione di energia rinnovabile sono giunti al termine, è la discarica municipale di Casper, nel Wyoming, e le immagini sono davvero inquietanti. E queste discariche sono numerosissime negli Stati Uniti: “tombe a secco” con materiali che rimarranno per sempre sottoterra.

Nell'Unione Europea, che regola severamente il materiale che può finire nelle discariche, alcune lame vengono bruciate nei forni che creano cemento o nelle centrali elettriche. Ma il loro contenuto energetico è debole e irregolare e la fibra di vetro che brucia emette sostanze inquinanti.

Le aziende sono alla ricerca di modi per gestire le decine di migliaia di lame che hanno raggiunto la fine della loro vita. Il celebre produttore di aerogeneratori danese Vestas si propone di realizzare turbine eoliche a zero rifiuti entro il 2040. Anche General Electric ha recentemente annunciato di aver iniziato a trasformare le pale eoliche dismesse sminuzzandole per usarle come materia prima nei forni per cemento, mentre gli scienziati del National Renewable Energy Laboratory stanno preparando nuovi materiali che potrebbero rendere le pale eoliche del futuro molto più riciclabili rispetto allo stato dell’arte di oggi, mentre in Irlanda con il materiale delle pale stanno costruendo un ponte pedonale nella contea di Cork. Insomma sono tante le iniziative in campo ma resta sempre un problema molto complesso.

Sia chiaro che questa non è un attacco verso l’energia eolica che rappresenta un’opzione energetica particolarmente importante, ma vuole evidenziare un aspetto emblematico che consiglia una attenta riflessione.

Dobbiamo dircelo con chiarezza e determinazione: se vogliamo un futuro sostenibile allora che sia sostenibile davvero. E non sia soltanto un modo per affrontare un problema contingente creandone altri che si presenteranno tra qualche anno.

Questo è uno dei compiti più delicati che attendono il nascente Ministero della Transizione Ecologica. Da un punto di vista strategico sarà chiamato a compiere scelte fondamentali per l’Italia e per il futuro che vogliamo costruire. Questo Governo ha una grande responsabilità.

Pubblicato da Marco Croatti M5S su Giovedì 11 marzo 2021