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Intervento in audizione sulle linee programmatiche Ministero della Transizione Ecologica

Postato il 16 Marzo 2021, 11:54:10

Il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha presentato oggi in audizione le linee programmatiche del suo dicastero. Vi riporto il testo del mio intervento:

È un momento di grande difficoltà per il nostro Paese ma è anche una fase molto importante in cui abbiamo l’enorme responsabilità di gettare le basi per la ripartenza e il futuro dell’Italia.

Nella drammatica crisi che stiamo vivendo ci sono sfide e opportunità che abbiamo il dovere di raccogliere. Perché alcuni processi e cambiamenti epocali stanno accelerando il loro percorso in una società sconvolta che vede mutare i propri paradigmi.

Uno dei modelli che sta velocemente cambiando è quello energetico. Tutti i più grandi paesi stanno completando la loro transizione energetica dalle fonti fossili verso le fonti rinnovabili.

Questa è una delle sfide più grandi per il nostro Paese. Per le enormi conseguenze sull’economia, sull'inquinamento, sull’occupazione.

Ed è uno dei temi che per il M5S è più importante. Ambiente e sviluppo rappresentano due delle cinque stelle del nostro Movimento.

Per questa ragione abbiamo posto come condizione per la nascita del governo Draghi la creazione del ministero della transizione ecologica.

Dobbiamo dircelo con chiarezza e determinazione: se vogliamo un futuro sostenibile allora che sia sostenibile davvero.

È una fase epocale, importante ma anche delicata: dobbiamo correre sulla via che porta alla transizione energetica ma dobbiamo altresì scongiurare impatti devastanti sui territori; dobbiamo evitare di frustrare l’iniziativa dei privati disponibili a investire ma dobbiamo anche evitare di creare tensioni sui territori e di lasciare soli gli enti locali.

Non possiamo delegare agli enti locali la programmazione o la gestione di singoli progetti, con una visuale evidentemente ridotta e non d’insieme. Con il rischio, anche in questo caso, di creare danni invece che risolverli.

Vanno valutate le varie opzioni e le possibili distorsioni e incoerenze: negli USA ad esempio un recente servizio giornalistico evidenziava il grave problema dello smaltimento delle pale eoliche giunte a fine vita e che non possono essere riciclate, finendo sottoterra a migliaia.

Nel nostro Paese abbiamo visto in passato interi campi, anche in zone di pregio paesaggistico, venire ricoperti da pannelli fotovoltaici.

Ci sono aspetti che vanno governati.

Questo nuovo ministero deve assumere un ruolo da protagonista, un ruolo guida e non da semplice ratificatore passivo.

È evidente a tutti quanto sia difficile raggiungere un compromesso tra due esigenze contrapposte ma che puntano entrambe alla sostenibilità: quella della salvaguardia dell’ambiente con la riduzione dell'inquinamento e quella di preservare i paesaggi naturali.

Qui deve entrare in campo lo Stato e lavorare, tagliare, costruire questo compromesso per ogni area del nostro Paese, che sia rispettoso delle sue peculiarità, delle sue vocazioni e ricchezze.

Impossibile percorrere la strada che porta ad una necessaria ed urgente transizione energetica se non costruiamo un percorso chiaro e coerente. Dobbiamo agire in fretta, non possiamo più rimanere fermi e dividerci su obiettivi così importanti.

Il dibattito sull’impianto eolico offshore al largo di Rimini, la mia città ,ha portato ad una situazione di grande conflittualità sul territorio e a divisioni aspre all’interno della comunità.

Lo scontro ha esacerbato i toni laddove invece serviva un confronto pacato e costruttivo. Tutti sono favorevoli a velocizzare il cammino che porta alla decarbonizzazione ma serve un percorso quanto più possibile condiviso per mediare tra sensibilità e visioni diverse.

A Rimini il progetto presentato dal privato prevede un enorme impianto di 50 pale alte oltre 200 metri a circa 10 km da una delle spiagge più amate d’Europa.

Da qui l’irrigidimento di tutti i sindaci della costa e la netta contrarietà ad un progetto che impatterebbe pesantemente da un punto di vista paesaggistico e creerebbe pericoli alla navigazione.

È possibile trovare un compromesso? Ad esempio ipotizzando per il nostro Paese, che vive di turismo e deve preservare il suo paesaggio, di consentire impianti eolici offshore solo oltre le 12 miglia sulla cosiddetta piattaforma continentale, così come avvenuto per le piattaforme petrolifere?

Il privato cosa penserebbe? Evidentemente i costi lievitano. Sarebbe disponibile comunque? Eventualmente il Governo potrebbe usare qualche leva?

Sono temi che pongo sul tavolo. E che mostrano come il ruolo del Governo debba essere un ruolo da protagonista se vogliamo accelerare il percorso che porta alla transizione ecologica nel nostro Paese.

Avanti tutta, la strada è segnata, ma attenti a dove mettiamo i piedi. Buon lavoro ministro Cingolani.

Pubblicato da Marco Croatti M5S su Martedì 16 marzo 2021

Tag: intervento,transizione ecologica
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