Lo ha fatto ancora. Non che ci stupisca, ma le giravolte di questo uomo la dicono lunga sulla strategia politica di Italia Viva. Ricorda quei cagnolini che più sono piccoli, più rompono le scatole per farsi notare. Sul Dl Zan però rasentano il ridicolo. Soltanto otto mesi fa, al primo via libera alla Camera, si sperticavano le mani in applausi perché “è una legge attesa da anni”, “un testo equilibrato”. Ora però questo testo approvato quasi all’unanimità rischia di essere affossato per le modifiche dettate dalle destre, improvvisamente illuminanti per Italia Viva. Al punto che persino Scalfarotto, che per mesi lo ha difeso a spada tratta attaccando Lega e Fdi, oggi rivendica queste modifiche come un “sacrificio necessario”.

Nello specifico la modifica riguarda l’identità di genere, un punto sul quale ai numerosi tavoli di lavoro erano d’accordo e che era stato introdotto proprio da un loro emendamento per risolvere un problema fondamentale: negli anni scorsi i disegni di legge per il contrasto all’omotransfobia si fermarono proprio perché le espressioni usate per identificare il movente d’odio, quindi omofobia e transfobia, non vennero ritenute abbastanza precise per garantire la determinatezza del precetto penale. Ecco quindi la necessità di indicare le categorie di chi subisce violenza o discriminazione. Argomento scomodo per le destre quello di chiamare le cose con il loro nome. Per quale motivo ora lo sia anche per Italia Viva lo scopriremo solo vivendo.

Pubblicato da Marco Croatti M5S su Lunedì 5 luglio 2021